Dopo il debutto in prima nazionale al Festival di Spoleto, il capolavoro di Eduardo viene presentato al Teatro Quirino.
Diretto da Liliana Cavani ed interpretato da Mariangela D’Abbraccio e Geppy Gleijeses, Filumena Marturano sarà in scena al Teatro Quirino da stasera martedì 10 gennaio, fino al 29. La commedia, tra le più conosciute ed interpretate dal dopoguerra ad oggi, ha un ruolo centrale nella produzione di Eduardo De Filippo è una delle rappresentazioni più complesse e problematiche in cui si riversano i drammi, le ansie e le speranze di un Paese e di un popolo sconvolti dalla guerra.
Finalmente vediamo Eduardo interpretato e messo in scena in totale autonomia espressiva.
Definito lo ‘spettacolo dell’anno’ proprio grazie all’originalità ed alla totale autonomia nell’interpretazione, Filumena Marturano come tutte le opere del drammaturgo partenopeo portano in seno la tendenza ad imitare il grande autore-attore. In questa occasione, la performance di Mariangela D’Abbraccio esprime alla massima potenza le sue doti attoriali, affiancata da un versatile Geppy Gleijeses.
La regista Liliana Cavani offre una indimenticabile prova al suo debutto nella prosa, dialogando magicamente con Eduardo.
Nel dramma di Filumena, che rifiuta di rivelare all’amante quale dei tre figli da lei messi al mondo sia suo, De Filippo dichiarava di aver inteso rappresentare un’allegoria dell’Italia lacerata e in larga misura depauperata anche moralmente, e prefigurarne la dignità e la volontà di riscatto.
“Il mio battesimo nella prosa (ammesso che ci sia poi un seguito) – dichiara Liliana Cavani - non poteva accadere con un’opera teatrale migliore… In teatro si ripete continuamente il testo. C’è modo di approfondire di più, c’è la possibilità di ottenere a volte dagli attori delle sfumature di recitazione che nel cinema non sempre si afferrano. L’attore poi in teatro è nudo, va in scena nudo ogni volta, misurato dal pubblico ogni volta. È indifeso contro la possibile indifferenza del pubblico e la sua incertezza o la stanchezza. Insomma, l’attore a teatro deve essere “nuovo di zecca” tutte le sere”.